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DINTORNI


PIAZZA DEI CAVALIERI

Dopo Piazza dei Miracoli è sicuramente la piazza più bella e famosa della città. In antichità rappresentava il centro del potere civile per poi diventare, nel '500, cuore del potere politico della Pisa Repubblica Marinara. Già Piazza delle Sette Vie, appellativo dovuto alle sette vie che vi convergevano e che le davano la curiosa forma irregolare,nel 1254, dopo la presa di potere da parte del Popolo Pisano, nella piazza venne costruito il Palazzo del Popolo e degli Anziani (oggi Palazzo alla Caravona) che fu operativo a partire dal 1261; il Capitano del Popolo invece alloggiò nel Palazzo dell'Orologio, famoso per la Torre che fu citata da Dante nella Divina Commedia. Nella seconda metà del '500, con la definitiva disfatta di Pisa per mano dei fiorentini, la piazza subì grossi cambiamenti ad opera di Giorgio Vasari a cui i Medici diedero l'incarico di creare uno spazio teso all'esaltazione della potente famiglia. La prima ristrutturazione coinvolse il Palazzo alla Carovana, destinato ad ospitare la sede centrale dei Cavalieri dell'Ordine di Santo Stefano (1562-1564). La facciata del palazzo fu dipinta con figure allegoriche e segni zodiacali, su cui spiccavano i busti dei granduchi e gli stemmi dell'Ordine e del casato. Vasari vi pose inoltre un grande scalone centrale, simbolo di sollenità, la statua di Cosimo I, suo committente, e la Fontana del Gobbo, datata 1596. Oggi vi ha sede la Scuola Normale Superiore, prestigiosa università fondata da Napoleone nel 1810. Progetto del Vasari furono anche il Palazzo dell'Orologio e la Chiesa dei Cavalieri. Il primo è diventato famoso per la Torre dei Gualandi o della Fame, divenuta celebre per la triste storia del Conte Ugolino della Gherardesca che vi fu imprigionato insieme ai figli e che, a causa appunto della fame, si macchiò di infanticidio, peccato che viene raccontato da Dante nel XXIII canto dell'Inferno. L'altro edificio, la Chiesa dell'Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano, nacque sulle fondamenta della vecchia chiesa di San Sebastiano che il Vasari demolì sfruttando così tutto il campo libero per il suo estro e creativià. Chiudono il lato ovest della piazza la chiesetta di San Rocco e la retrostante chiesa di San Sisto in Cortevecchia, una delle chiese più antiche della città, infatti risale al 1087, e tuttora è sede delle celebrazioni che ricordano le vittorie dei pisani sui musulmani.



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