La tenuta di San Rossore fa parte del Parco Regionale di Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli, una delle zone protette più importanti della Toscana e dell'Italia. In epoca antica questo tratto di linea costiera era spostato più verso est ma, con il passare del tempo, l'azione delle correnti marine e l'instabilità dei corsi dei fiumi, diedero vita a dei cordoni sabbiosi che bloccarono le acque e contribuirono alla formazione di terreni paludosi. Con la famiglia Medici ebbero inizio i vari interventi di bonifica, conclusi poi nel ventennio di Mussolini, grazie ai quali si ebbe una accrescimento dei terreni che furono poi spartiti dalle grandi famiglie fiorentine dell'epoca e organizzati in Tenute e Fattorie. Le Tenute erano governate da un ministro e lavorate da un certo numero di provvisionati fissi e da un certo numero di operai temporanei, producevano legname, si occupavano del pascolo degli animali, di caccia e di pesca. Di queste ne fanno parte le Tenute di San Rossore, Coltano e Castagnolo, Migliarino e Tombolo. Le Fattorie erano invece basate su un'economia fondata sul podere e la mezzadria, come Vecchiano, Casabianca e Collesalvetti. LA Con l'avvento dei Medici il territorio venne riorganizzato come detto in precedenza, in più furono introdotti i dromedari, in quanto sono animali adatti al trasporto di carichi su terreno sabbioso, considerato anche che questo territorio rappresentava il tanto sospirato sbocco al mare voluto dalla famiglia fiorentina. Nel '700 la Tenuta raggiunse la sua massima estensione e i suoi confini erano: a nord con il fiume Serchio; a est con vari fossi che delimitavano il confine con la città di Pisa, come quello di Barbaricina; a sud con il fiume Arno; a ovest con la linea costiera. Vennero aperti una serie di percorsi, come il Viale delle Cascine e le Cascine Nuove, in modo che le persone potessero raggiungere il centro dell'attività della Tenuta, in quanto ancora esistevano zone paludose e di depressioni umide. Le due vie di accesso alla Tenuta sono quelle esistenti tutt'ora, ovvero il viale Delle Cascine con il Ponte delle Trombe (nome che deriva dallo squillo delle trombe che annunciava l'arrivo del Granduca), e la via di Barbaricina. Nell'800 con la famiglia Lorena vennero ristrutturate le Cascine Vecchie e venne costruita la Villa Reale del Gombo e ampliata la viabilità all'interno della tenuta. Con l'Unita d'italia la Tenuta passò ai Savoia che fecero costruire le scuderie reali della Sterpaia e ricostruire le Cascine Nuove, dove tutt'ora risiede uno dei Centri del Parco da dove partono tutte le escursioni.
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